“A distanza di mezzo secolo, risalta con crescente attualità la statura di colei che veniva chiamata:Sorella Maggiore della Gioventù Femminile di Azione Cattolica. Quale infaticabile discepola di Cristo, Armida Barelli dispiegò un’intensa attività apostolica, segnata da singolare intuizione delle mutate esigenze dei tempi”. Sono queste le parole di Giovanni Paolo II nel 2002 in occasione dell’ Udienza ai partecipanti al Convegno per il 50° della morte e il 120° della nascita di Armida Barelli (nella foto) – 1882-1952. Parole confermate a distanza di cinque anni da Papa Benedetto XVI. E’ successo il 1 giugno: Armida Barelli è stata dichiarata “Venerabile” da Papa Benedetto, che ha autorizzato il decreto di promulgazione delle sue virtù eroiche. Missionaria dell’Azione cattolica vissuta tra fine Ottocento e Novecento, Armida Barella, la cui causa di beatificazione è seguita da un postulatore donna, Avv. Silvia Monica Correale, apparteneva al Terzordine Secolare di San Francesco ed è stata cofondatrice dell’ Istituto delle Missionarie della Regalità di Nostro Signore Gesu’ Cristo. Ai microfoni di Radio Padre Pio abbiamo avuto la possibilità di approfondire la spiritualità della Barelli e il suo legame con Padre Pio grazie alla testimonianza della postulatrice.
Vogliamo tracciare una breve biografia della Barelli… La Barelli e’ morta 71enne essendo nata a Milano il primo dicembre 1882 e scomparsa a Marzio Varese (Italia) il 15 agosto 1952. Il suo zelo apostolico e missionario l’aveva condotta a far nascere un’iniziativa di suore cattoliche ancora attiva nell’ambito della Cina Popolare. Dopo aver completato gli studi, prima dalle Orsoline a Milano e poi dalle Francescane in Svizzera, seguì la sua vera vocazione, quella religiosa. Nel 1910 l´incontro fondamentale della sua vita, quello con padre Agostino Gemelli, che ne determinò l´orientamento spirituale. Nello stesso anno, la scelta di entrare nel Terz´ordine secolare francescano. Nel 1917, anno anche dell´acquisto della residenza di Marzio, la Barelli ricevette l´incarico dal Cardinal Andrea Ferrari, arcivescovo di Milano, di occuparsi del “movimento femminile”. Nacquero così i primi circoli rosa dell´Azione Cattolica che, l´anno successivo furono estesi dalla Barelli in tutta Italia. Nel 1921 fu, a fianco di Padre Gemelli, tra i fondatori dell´Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. L’ardore di un’anima, quella di Ida, era capace di incendiare l’Italia con il fuoco del suo ardore missionario. Le parole d’ordine apprese da centinaia di ragazze, che scoprivano improvvisamente di essere diventate protagoniste della vita ecclesiale, erano le parole di battaglia di una donna che da quando aveva fatto la scelta di Cristo a 27 anni, sapeva di non appartenersi più: “Apostole o apostate!” – “Rendere cristiana l’Italia!” – “Portare Cristo in ogni cuore!” Dal 1927 al 1929, fondò con padre Gemelli l’”Opera della Regalità”, Istituto religioso secolare impegnato nella promozione della cultura religiosa e del movimento liturgico, attraverso un opuscolo settimanale, alla portata di tutti i lettori, che illustrava i testi della Messa domenicale. Come per tutte le anime amabili e sante, specie se superattive, anche per Armida Barelli sorsero difficoltà ed incomprensioni, diffidenze e sospetti sia da parte della famiglia, che dell’opinione pubblica, ma anche dagli stessi ambienti cattolici. Fu in prima linea nella lotta per ottenere il voto alle donne nel 1948; In tanto attivismo nei più svariati campi, anche per lei nel 1949, a 67 anni, il dolore fisico e morale si affacciò nella sua vita; comparve la “paralisi bulbare”, un male inguaribile e progressivo. Con la forza che le derivava da una fede purissima e con lo spirito di penitenza, preghiera, offerta della sofferenza, intensificò per quel che poteva la sua attività, soprattutto per ciò che le stava più a cuore, la Facoltà di Medicina e il Policlinico Gemelli. Aveva scritto un paio d’anni prima: “Accetto la morte, quella qualsiasi che il Signore vorrà, in piena adesione al volere divino, come ultima suprema prova d’amore al Sacro Cuore, di cui mi sono fidata in vita e voglio fidarmi in morte; e come ultima suprema preghiera per ciò che nella mia vita fu il sogno costante: l’avvento del Regno di Cristo quaggiù”. Il segreto del successo della sua vita stava tutto nel suo rapporto personale con il Signore, la sua vita eucaristica, la sua devozione al Sacro Cuore di Gesù. Nella sua vita spirituale possiamo trovare il segreto della sua immensa e intensa attività spirituale.
Si racconta di un’incontro tra Armida Barelli e Padre Pio…Secondo lei ha influito nella sua vita spirituale?Conoscendo la figura della Barelli, conoscendo la sua sensibilità spirituale sono convinta che la Barelli ha colto subito in Padre Pio una grande spiritualità definendolo uomo di Dio e questo incontro ha contribuito molto alla sua formazione. La Barelli ha sempre sostenuto il frate come “uomo di Dio”. Lei è stata quella che l’ha capito, ha colto la sua spiritualità…ha riconosciuto sempre che il cammino di Padre Pio era un cammino accompagnato da Dio.
Cosa hanno in comune Padre Pio e Armida Barelli? Penso tante cose ma in modo particolare, il vincolo più forte che li unisce e la loro grande amicizia per il Signore. Erano amici del Signore…una amicizia semplice e straordinaria nello stesso momento. Avevano questo amore profondo verso Cristo. Entrambi hanno risposto con amore ad una vocazione di consacrazione totale al Signore e a Lui gli hanno affidato la propria vita anche e soprattutto nelle avversità. Oggi rappresentano due grandi figure della Chiesa Italiana del novecento. Permettetemi…direi due fari di luci che risplendono, uno dal nord e l’altro dal sud, portando il proprio contributo nella Chiesa italiana affinché si rinnovasse e fosse fedele al Signore.
Il 1° giugno Armida Barelli è stata dichiarata “venerabile” da Papa Benedetto, che ha autorizzato il decreto di promulgazione delle sue virtù eroiche. Adesso cosa vi aspettate? Per il momento siamo felici che il Santo Padre abbia autorizzato il decreto di promulgazione delle sue virtù eroiche. E’ stata attribuita almeno una guarigione miracolosa avvenuta nella diocesi di Prato per sua intercessione…in ogni caso bisogna fare delle verifiche. Oggi sarebbe prematuro parlare di una eventuale beatificazione.
Padre Pio e Armida Barelli ancora una volta confermano che il cammino di santità appartiene ad ogni cristiano che si lascia guidare da Dio… Sicuramente! Già in Concilio Vaticano II con la costituzione dogmatica “Lumen Gentium” descrive il ruolo dei laici nella struttura ecclesiastica e la loro missione ecclesiale, missione alla santità. I nostri santi hanno concretizzato nel proprio quotidiano questa missione senza far nulla di eroico o spettacolare. Armida Barelli, fedeli laici, Padre Pio…in realtà cosa hanno fatto di particolare? Hanno creduto nella Chiesa, sono stati fedeli ai sacramenti e si sono lasciati inebriare dall’amore di Cristo in ogni momento della propria vita…Hanno operato una missione di ascolto e di conforto spirituale per chi li avvicinava… Basti pensare a Padre Pio…Non ha lasciato grandi discorsi di teologia o filosofia, non è stato un illustre professore di cattedra…la sua cattedra è stata l’umiltà tipicamente francescana. Una cattedra povera, semplice e anche poco compresa…ma sicuramente molto efficace.