Un santo sorridente pur nella sofferenza” Così don Carlo Romani, parroco della Cattedrale di Terni definisce Giunio Tinarelli, Laico, Socio della Pia Unione Primaria Silenziosi Operai della Croce, nato a Terni il 27 maggio del 1912 e morto il 14 gennaio 1956 dopo una lunghissima malattia, la poliatrice anchilosante e spondilite, diventando un apostolo silenzioso quanto efficace verso le persone che ha avuto modo di incontrare. A Giunio è stato attribuito il titolo di “Venerabile” il 19 dicembre 2009 quando il Santo Padre Benedetto XVI ha autorizzato la Congregazione per le Cause dei Santi a promulgare il decreto riguardante le “virtù eroiche del Servo di Dio Giunio Tinarelli”. A Tele Radio Padre Pio don Carlo Romani, (nella foto) che ha conosciuto e seguito per anni Guinio Tinarelli, ci ha presentato la figura e il carisma del Tinarelli e di cui vi proponiamo alcuni stralci dell’intervista.
Don Carlo chi è stato Giunio Tinarelli?
Giunio è nato a Terni il 27 maggio 1912 in una modesta famiglia. Dopo la scuola d’obbligo, per le ristrettezze economiche della famiglia, ancora adolescente si inserì nel mondo del lavoro. Poi inizia a lavorare nelle acciaierie con tutta la forza e l’entusiasmo della sua giovinezza, dal febbraio 1928 all’agosto 1937. Quando vi entrò, aveva sedici anni. Ne aveva venticinque quando dovette lasciare, vittima di una malattia devastante, la poliatrice anchilosante e spondilite, che nel giro di un anno non gli consentirono più alcun movimento. Una gravissima malattia che lo portò alla morte a soli 44 anni.
Nato in una famiglia umile, colpito da una gravissima malattia ….eppure dal racconto di chi la conosciuto e dai suoi scritti emerge la figura di un uomo, se pur colpito dalla malattia, più felice del mondo?
Giunio amò la vita oratoriana, partecipando assiduamente agli appuntamenti liturgici e sacramentali, iscrivendosi all’Azione Cattolica. Era felice, allegro, viveva la sua vita con una gioia contagiosa. La gente non riusciva a capire da dove gli venisse quell’energia travolgente. Era fidanzato e sognava di poter coronare presto il sogno del matrimonio. Ma la grave malattia, spezza presto questo sogno ma non la voglia di vivere. Se pur la sua malattia non gli consentì più nessun movimento, non gli impedirono di essere “operaio” nel campo dell’apostolato. Così, nel 1948 fondò a Terni la sottosezione dell’Unitalsi, partecipando ogni anno ai pellegrinaggi a Loreto, Lourdes, Oropa con il treno dei malati. Comunicò sempre questa sua grande fede agli altri anche nella sofferenza attraverso le parole, i gesti, incontrando gli amici e la gente che lo andava a visitare per consolarlo … ma era lui che consolava, aiutava, guidava … un vero “apostolo” della sofferenza. Dal suo letto, Giunio, ricordava che la felicità non sta nell’amare se stessi o nella salute o nella tranquillità, ma che la felicità sta nell’essere partecipi dell’amore del Signore.
Mons. Vincenzo Paglia, nel presentare il programma dei festeggiamenti in occasione della proclamazione a Venerabile del Servo di Dio Giunio Tinarelli, in programma dal 15 al 17 gennaio, ha detto: “Il suo è stato un esempio immenso di vocazione alla sofferenza”. Il programma prevede una serie di iniziative con la presenza della Statua della Madonna di Loreto. Ma perché la Madonna di Loreto?
Semplicemente perché tante volte Giunio,con la sua barella, è andato pellegrino a Loreto. Questa volta è la Madonna che contraccambia la visita. Loreto e Giunio sono legati al mondo della sofferenza. Dal suo letto Giunio ha sconfitto tante illusioni che rendono triste e amara la vita degli uomini e ha ricordato che la felicità e la pace stanno nell’amare gli altri.
Cosa direbbe Giunio alle nuove generazioni ….
Di avere un grande ideale, perché senza ideale si muore. Se si ha un ideale, anche in un corpo fatto di sofferenza e di dolore, si trova la gioia.