“La Chiesa a servizio dell’amore per i sofferenti”. Un tema molto importante perché vuol sottolineare la speciale vicinanza che la Chiesa ha alle persone che sono nella fase della malattia e che sono in tante situazioni di sofferenza psicologica e anche spirituale”. Con queste parole, don Andrea Manto, Direttore dell’Ufficio Nazionale per la pastorale della sanità, ha spiegato il senso e l’importanza della XVIII Giornata del Malato che si terrà giovedì 11 febbraio, giorno in cui la Chiesa celebra la ricorrenza liturgica della Beata Vergine Maria di Lourdes. Vi proponiamo alcuni stralci dell’intervista realizzata a don Andrea Manto.
Don Andrea, il Papa sottolinea che “ Il tempo trascorso accanto a chi è nella prova si rivela fecondo di grazia” e che la vita va vissuta in pienezza anche quando è debole ed avvolta dal mistero della sofferenza.
“La sofferenza è una realtà che tocca tutti. Tocca, poi, non solo gli ammalati , ma anche i famigliari, le persone che sono accanto. Il Signore ha detto: “Predicate il vangelo e curate i malati”. Insieme all’annuncio del Vangelo, deve accompagnarsi questa speciale attenzione agli ammalati come segno del fatto che Cristo rinnova l’umanità, risana ogni nostra infermità nell’anima e nel corpo perché Lui vuole darci la vita piena, la vita eterna. Speriamo che questo messaggio arrivi anche hai tanti operatori sanitari e pastorali che si sentono sempre più coinvolti nel portare questo messaggio di amore e di speranza in tutto il mondo della sofferenza”.
L’Ufficio Nazionale per la pastorale della sanità della Cei ha preparato un sussidio per la riflessione e come immagine del manifesto ha scelto uno dei mosaici realizzati dall’artista gesuita padre Marko Ivan Rupnik presente presso la chiesa inferiore di San Pio da Pietrelcina di San Giovanni Rotondo. Come mai questa scelta?
“Ha un significato particolare …. Ma bisogna guardare con attenzione il mosaico. Il mosaico rappresenta San Francesco che bacia il lebbroso. In primo luogo San Francesco non è ritratto con il classico saio francescano, ma bensì con una veste bianca battesimale. E’ segno della nuova vita che Gesù ci comunica nel battesimo ed è una nuova vita che la Chiesa è chiamata a portare a tutte le persone che incontra. Nello stesso tempo il lebbroso è raffigurato tutto bendato, quasi a ricordare che Gesù ci libera dal potere del male e della morte. Nell’iconografia il lebbroso ha lo stesso volto di Gesù. Nelle icone Gesù è ritratto con il volto del lebbroso perché nella parabola del giudizio finale dell’evangelista Matteo si legge: “ Ero malato e mi avete visitato …. ogni volta che lo avete fatto ad uno di questi miei fratelli piccoli, lo avete fatto a me”. (Mt. 25) . Il mosaico rappresenta molto bene il tema scelto per questa giornata. Gesù si identifica con il malato, con il sofferente. In ogni malato, in ogni sofferente è presente un sacramento. C’è una presenza speciale di Cristo che chiama tutti noi ad essere accanto a lui. Inoltre, non è solo il servizio della Chiesa per i sofferenti, ma è anche il grande servizio d’amore che i sofferenti fanno per la Chiesa. Ogni volta che offrono la loro silenziosa sofferenza, ogni volta che con la loro preghiera si affidano al Signore, riempiono di tesori spirituali la vita di tutti noi. Il Papa lo sottolinea al termine del suo messaggio ed esorta i sacerdoti “ ministri degli infermi” e poi aggiunge “segno e strumento della compassione di Cristo”, a stare accanto agli ammalati perché imparino ad essere più attenti e soprattutto più stimolati a crescere spiritualmente in tutte le altre dimensioni della pastorale, grazie proprio a questo contatto con la sofferenza. Ma soprattutto il Papa si rivolge ai malati e dice: “vi domando di pregare e di offrire le vostre sofferenze per i sacerdoti, perché possano mantenersi fedeli alla loro vocazione e il loro ministero sia ricco di frutti spirituali” a beneficio di tutta la Chiesa. Il messaggio che vogliamo dare è che la pastorale non è solo per i malati ma con i malati. La collaborazione che scaturisce tra sacerdoti, tra persone che assistono gli ammalati e i malati stessi possa essere veramente ricca di frutti spirituali e di grande grazie per la Chiesa e per tutta l’umanità”.
Da sempre, la Chiesa è impegnata nel campo dell’aiuto, dell’assistenza ai malati. Quale è oggi la sfida principale che desta preoccupazione in questo campo? Un messaggio a tutte le persone malate ….
“La secolarizzazione. Io penso che dobbiamo puntare l’attenzione sulla forma di assistenza ai malati che sia veramente cristiana. E a tutti malati un pensiero affettuoso di vicinanza e comunione spirituale che i malati hanno con tutta la Chiesa e che la Chiesa ha con loro. E poi anche la consapevolezza di non essere mai soli perché il Signore è vicino a quanti soffrono. La tenerezza di Maria, della Vergine di Loudes, della madre nostra non può che essere accanto a quanti soffrono e consolare con la stessa tenerezza che solo una mamma sa donare. Chiediamo la sua intercessione perché possiamo essere gli uni per gli altri segno di fraternità e amore che Cristo ci ha donato”.
Nell’immagine: MARKO IVAN RUPNIK – CENTRO ALETTI, Francesco bacia il lebbroso (chiesa inferiore di San Pio da Pietrelcina, San Giovanni Rotondo, aprile 2009)