Il 2 febbraio è stato il 429° anniversario della conversione del Patrono d’Abruzzo, San Camillo De Lellis, fondatore dell’Ordine dei Ministri degli Infermi.
Pochi sanno che San Pio ha vissuto per anni nella cella n° 5 che la tradizione cappuccina di San Giovanni Rotondo, ritiene abbia alloggiato il giovane Camillo nella notte tra il 1° e il 2 febbraio 1575. Ma come è arrivato San Camillo a San Giovanni Rotondo? Lo abbiamo chiesto a Padre Cristoforo Trebski, rettore del Santuario di San Camillo De Lellis di Bucchianico ( Chieti ).
“Dopo la morte dei suoi genitori, Camillo si ritrova solo,sbandato, dedito a vizi di quel tempo e in modo particolare al gioco d’azzardo.
Nel gioco perde tutto e diventa mendicante. Per una serie di circostanze arriva a Manfredonia, presso il Convento dei Frati Cappuccini, dove trova lavoro e riparo. Il 1° febbraio 1575 Camillo parte per S. Giovanni Rotondo, destinazione: il Convento di S. Maria delle Grazie.
Qui incontra il Guardiano del convento, padre Angelo il quale con voce lenta e dolce gli parla di Dio e della vita dell’uomo: Dio è tutto, il resto, tutto il resto è nulla! Salvare l’anima che non muore, è l’unico impegno per chi vive una vita breve e sospesa come quella dell’uomo sulla terra. . . “.
L’orgoglio di Camillo comincia a sgretolarsi. Non parla, ma il suo cuore è commosso e in tumulto.
Il mattino del 2 febbraio, festa della Presentazione al tempio, dopo aver ascoltato la Messa e ricevuto la candela benedetta, saluta padre Angelo raccomandandosi alle sue preghiere e riparte col suo somaro verso Manfredonia.
Gli risuonano nella mente le parole di padre Angelo: Dio è tutto… il resto è nulla..”.
E’ questione di attimi, poi Camillo si ritrova singhiozzando, come un bimbo; inginocchiato tra le pietre grida a Dio percuotendosi con violenza il petto:
Signore ho peccato! Perdona a questo peccatore! Misero e infelice me, che per tanto tempo non ti ho conosciuto, mio Dio, e non ti ho amato ! Dammi tempo di fare penitenza e di piangere a lungo i miei peccati, fino a lavare con le lagrime ogni macchia di essi… non più mondo… non più mondo!”.
La tradizione cappuccina ha conservato la memoria di questo evento e in occasione del 400° anniversario della conversione, il 2 febbraio 1975, le autorità civili dei Comuni di Bucchianico e San Giovanni Rotondo, stipularono il gemellaggio. Dalle testimonianze che sono state raccolte, Padre Pio ha sempre avuto una profonda devozione e ammirazione per San Camillo.
“Sono nati nello stesso giorno – conclude padre Costantino – il 25 maggio, del 1550 San Camillo e del 1887 San Pio da Pietrelcina. I due uomini di Dio sono testimoni in grado eroico della carità e della passione del Signore: Padre Pio portando visibilmente nel corpo le stimmate del Cristo Crocifisso, padre Camillo in cinque parti del corpo infermità pesanti, da lui chiamate le cinque misericordie del Signore che ugualmente lo tennero strettamente unito al Cristo Crocifisso, servito e venerato nei fratelli ammalati.
San Camillo ripeteva sempre: ricordatevi che chi serve gli infermi, i poveri, serve a Cristo nostro Redentore…”
Il 9 gennaio 1940, quando dalla sua cella n° 5 parte l’idea di costruire Casa Sollievo, il sogno di Padre Pio fu appunto quello di realizzare “un grandioso ospedale, espressione della Carità di Cristo e il principio ispiratore del personale medico e non ,doveva essere: in ogni bisognoso c’è Cristo”.